Come cambia l’apprendimento nell’era dell’Intelligenza Artificiale? È una domanda che non possiamo non evocare, immersi come siamo nel mezzo della rivoluzione guidata da questa innovazione tecnologica dirompente. Rivoluzione che non è solo tecnologica, ma anche culturale. Perché, di fatto, l’IA sta modificando sempre più il modo in cui lavoriamo, decidiamo, vendiamo, compriamo, consumiamo, socializziamo, giochiamo.
L’educazione “artificiale” sarà al centro di un incontro a Trieste, venerdì 27 settembre, alle ore 16.30, nell’ambito della 13ma edizione di Trieste Next: è il Festival della ricerca scientifica che fino a domenica 29 settembre esplorerà, attraverso dibattiti, tavole rotonde, letture magistrali, spettacoli teatrali ed esperimenti in piazza, “gli orizzonti dell’intelligenza”, facendoci riflettere sul futuro dell’IA e le nuove frontiere dell’umanità (www.triestenext.it).
“Quest’anno a Trieste Next esploriamo gli orizzonti dell’intelligenza, un tema centrale negli sviluppi sociali e tecnologici che stiamo vivendo”, puntualizza Andrea Romanino, direttore della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa). “Il rapporto tra umani e tecnologia, mediato dalla conoscenza e dalla contaminazione delle intelligenze, umana e artificiale, è un tema centrale per la società e il suo sviluppo futuro”, continua la presidente di Area Science Park, Caterina Petrillo. “La vita delle persone, la quotidianità, il modo di lavorare, viaggiare, curarsi, come pure di entrare in relazione con gli altri, sono cambiati in modo radicale e in tempi molto rapidi. C’è un’unicità di contesto storico dovuta alla diffusione rapida e soprattutto simultanea di più tecnologie cosiddette ‘disruptive’, con un effetto amplificato dell’impatto sulle società. In questo contesto – aggiunge – i centri e le istituzioni che si occupano di ricerca e innovazione tecnologica, come l’ente che presiedo, sono chiamati, sempre di più, a rispondere alle domande, ai dubbi, alle curiosità delle persone sui temi che hanno un impatto tangibile nelle loro vite”.
Venerdì pomeriggio saranno Luca Bortolussi, docente di informatica e direttore dell’AI-lab dell’Università di Trieste, Giovanni Landi, vicepresidente dell’Istituto EuropIA Italia, e Chiara Panciroli, ordinaria al Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna, a rispondere a questo interrogativo cruciale. Insieme analizzeranno come l’IA, di fatto, venga già usata in contesti educativi da docenti, studenti e studentesse e qual è il suo impatto sui percorsi formativi e sull’apprendimento. Ma non meno rilevante sarà il confronto sul percorso da intraprendere per far sì che il sistema educativo si adatti e non subisca l’innovazione tecnologica. E, ancora, si parlerà di come educare alla cultura dei dati, a un uso consapevole e corretto dell’Intelligenza Artificiale, promuovendo una formazione responsabile, di adulti e ragazzi. Perché all’innovazione tecnologica, che corre veloce, la scuola non può rispondere con l’inerzia culturale.
Panciroli è responsabile scientifica dell’Unità “AI and Education” del Centro Interdipartimentale di Ricerca Alma for Human-Centered Artificial Intelligence dell’ateneo bolognese e fa parte del direttivo della Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale. Nel saggio scritto a quattro a mani con Pier Cesare Rivoltella, “Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’Intelligenza Artificiale”, illustra come educare all’IA, educare con l’IA ed educare l’IA stessa. Tre sfide da affrontare e vincere.
Perché, come si legge nel libro, non bisogna commettere l’errore di pensare che l’IA rappresenti solo una minaccia da cui doversi difendere. In una società complessa come la nostra, l’IA è uno strumento fondamentale di supporto per trovare, vagliare e utilizzare al meglio le informazioni. Nei contesti educativi è importante dunque, da un lato, fornire gli strumenti per sviluppare un pensiero critico nei confronti dell’IA e, dall’altro, promuovere un’alfabetizzazione algoritmica per conoscerne linguaggio e logiche e acquisire la cittadinanza digitale.
L’invito è quello di fuggire da un atteggiamento tecnofobico e intraprendere un percorso di conoscenza per poterne cogliere e sfruttare le potenzialità. Che cosa può offrire l’IA in ambito educativo e didattico? Come può entrare l’IA in classe? E a che punto siamo? Nel rispondere a queste e altre domande l’incontro di Trieste Next offrirà una panoramica sul campo di ricerca interdisciplinare che, in ambito internazionale, è indicato con l’acronimo Aied (Artificial Intelligence In Education) e sulle applicazioni, già in corso o possibili, dell’Intelligenza Artificiale nella didattica. Per esempio, l’uso dell’IA nei contesti educativi può contribuire a personalizzare l’esperienza formativa, stimolare la motivazione, promuovere la creatività. Inoltre, l’analisi predittiva dei dati può essere usata per migliorare i livelli di apprendimento o individuare il rischio di abbandono scolastico e intervenire di conseguenza, preventivamente.
In questo contesto, il sistema educativo scolastico e universitario si trova davanti a due sfide: progettare curricula che si adattino alla situazione attuale, caratterizzata da un uso crescente dell’IA, e mettere a punto sistemi e strumenti di IA per migliorare i processi di insegnamento-apprendimento.